domenica 18 ottobre 2015

Le favole di Lafontaine


Oskar Lafontaine, ex mini­stro delle Finanze ed ex pre­si­dente del Par­tito social­de­mo­cra­tico tede­sco (Spd) e del Par­tito della sinistra (die Linke), ha inviato questa lettera, pubblicata dal Manifesto, alla sinistra italiana. Mi compiaccio di riproporvela con la mia personale ed umile esegesi, nella speranza che possiate cogliere finalmente il carattere dissociato e sociopatico di questa sinistra cialtrona. Prima o poi vi c'entrerà. Io non mollo mai.

Scrive dunque Oskar:
"Care com­pa­gne, cari compagni,
la scon­fitta del governo greco gui­dato da Syriza davanti all’Eurogruppo ha por­tato la sini­stra euro­pea a doman­darsi quali pos­si­bi­lità abbia un governo gui­dato da un par­tito di sini­stra, o un governo in cui un par­tito di sini­stra sia coin­volto come part­ner di mino­ranza, di por­tare avanti una poli­tica di miglio­ra­mento della con­di­zione sociale di lavo­ra­trici e lavo­ra­tori, pen­sio­nate e pen­sio­nati, e delle pic­cole e medie imprese, nel qua­dro dell’Unione euro­pea e dei trat­tati europei."
Cominciamo bene. Con la negazione e l'iononcentrismo.
Oskar, perché fai così? Syriza ha perso perché ha consegnato la Grecia in catene alla Troika. Non solo, la sinistra europea persegue ovunque lo sterminio della classe media lavoratrice e la distruzione del tessuto industriale, la riduzione in schiavitù e povertà dei suoi cittadini con tutto l'armamentario fornito in kit dall'ONU, dall'Impero e dalle loro metastasi finanziarie, inclusa l'arma di migrazione di massa (guarda le politiche autogenocidarie dei governi della sinistra scandinava), e tu insisti a non vederne la volontaria complicità? Lo sai che la sinistra lo fa proprio perché è nel quadro dell'Unione europea e dei trattati che glielo si richiede? E lo fa senza farsi pregare e con goduria, direi.
"La rispo­sta è chiara e bru­tale: non esi­stono pos­si­bi­lità per una poli­tica tesa al miglio­ra­mento della con­di­zione sociale della popo­la­zione, fin­tanto che la Bce, al di fuori di ogni con­trollo demo­cra­tico, è in grado di para­liz­zare il sistema ban­ca­rio di un paese sog­getto ai trat­tati europei."
Cosa significa migliorare la condizione sociale della popolazione, liebe Schatzi? Forse mettere una bella patrimoniale, tassare le proprietà, limitare il contante che è così moralizzante? O mettere più soldi in tasca a tutti con il rischio concreto di avere più odiosi benestanti in giro, compresi i lavoratori? Io so già cosa mi risponderesti ed è per questo che so che quelli come te non potranno mai rappresentare la soluzione ma solo incarnare in eterno il problema, l'eterna zeppa nell'ingranaggio della storia.
Mi fai quasi compassione perché vedi la BCE e la sua mancanza di legittimità democratica ma vuoi ancora rimanere, per carità non sia mai, nel quadro dell'Unione e dei trattati dei quali essa è nient'altro che la logica conseguenza. In questi casi, escludendo l'ipotesi dell'imbecillità, rimane solo la disonestà intellettuale.
"Non esi­stono pos­si­bi­lità di met­tere in atto poli­ti­che di sini­stra se un governo cui la sini­stra par­te­cipi non dispone degli stru­menti tra­di­zio­nali di con­trollo macroe­co­no­mico, come la poli­tica dei tassi di inte­resse, la poli­tica dei cambi e una poli­tica di bilan­cio indipendenti."
Mi spieghi allora perché ce li avete fracassati fintanto che non ci avete condotto nella trappola della moneta unica e della conseguente perdita di sovranità? Tre paragrafi di letterina a Babbo Natale e ancora non ho letto un doveroso "siamo stati dei coglioni e pure delinquenti, cazzo, a crederci e a volere a tutti i costi questa Europa nazistoide!"
"Per miglio­rare la com­pe­ti­ti­vità rela­tiva del pro­prio paese sotto l’ombrello dell’euro, restano al sin­golo paese sot­to­po­sto alle con­di­zioni dei trat­tati euro­pei solo la poli­tica sala­riale, la poli­tica sociale e le poli­ti­che del mer­cato del lavoro. Se l’economia più forte, quella tede­sca, pra­tica il dum­ping sala­riale den­tro un’unione mone­ta­ria, gli altri paesi mem­bri non hanno altra scelta che appli­care tagli sala­riali, tagli sociali e sman­tel­lare i diritti dei lavo­ra­tori, così come vuole l’ideologia neo­li­be­ri­sta. Se poi l’economia domi­nante gode di tassi di inte­resse reali più bassi e dei van­taggi di una moneta sot­to­va­lu­tata, i suoi vicini euro­pei non hanno pra­ti­ca­mente alcuna pos­si­bi­lità. L’industria degli altri paesi per­derà sem­pre più quote sul mer­cato euro­peo e non europeo.
Men­tre l’industria tede­sca pro­duce oggi tanto quanto pro­du­ceva prima della crisi finan­zia­ria, secondo i dati Euro­stat, la Fran­cia ha perso circa il 15% della sua pro­du­zione indu­striale, l’Italia il 30%, la Spa­gna il 35% e la Gre­cia il 40%."
Questa è nient'altro che sociopatia. Ovvero parlare con distacco emotivo dei propri delitti. Sei tedesco o no, Oskar? Ti posso ricordare che, prima che facesse rinchiudere i concorrenti economici nella prigione dell'euro, il tuo paese non era affatto il più forte ma lo è diventato proprio grazie al dumping e alla politica mercantilista? Eri ministro delle Finanze negli anni novanta, hai visto applicare la shock economy alla DDR o cosa?
Ti sei svegliato ora perché la Germania è tornata alla casella di partenza e rimarrà ferma un giro e forse perderà il Parco della Vittoria? Peccato che noi "singoli paesi" (puoi anche chiamarci con il nostro nome, PIIGS) abbiamo perso un decennio di sviluppo e nessuno ce lo restituirà. Ti suggerisco una bella parola di sinistra: autocritica. Dovresti farla in duplice modalità: in quanto tedesco e in quanto di sinistra.
"La destra euro­pea si è raf­for­zata anche per­ché mette in discus­sione l’Euro e i trat­tati euro­pei, e per­ché nei paesi mem­bri cre­sce la con­sa­pe­vo­lezza che i trat­tati euro­pei e il sistema mone­ta­rio euro­peo sof­frano di alcuni difetti costitutivi."
Ecco il meccanismo di proiezione. Se i trattati europei e l'euro sono difettosi è colpa della destra che se n'è accorta. Si metta agli atti.
"Come dimo­stra l’esempio tede­sco, la destra euro­pea non si pre­oc­cupa della com­pres­sione dei salari, dello sman­tel­la­mento dei diritti dei lavo­ra­tori e delle poli­ti­che di auste­rità più severe. La destra vuole tor­nare allo Stato nazio­nale, offrendo però solu­zioni eco­no­mi­che che rap­pre­sen­tano una variante nazio­na­li­stica delle poli­ti­che neo­li­be­ri­ste e che por­te­reb­bero agli stessi risul­tati: aumento della disoc­cu­pa­zione, aumento del lavoro pre­ca­rio e declino della classe media."
Quindi fammi capire: destra e sinistra vogliono entrambe la distruzione della classe media. Solo che la destra la persegue in senso nazionalistico e la sinistra in nome e per conto della globalizzazione imperialista. Ottimo.
"La sini­stra euro­pea non ha tro­vato alcuna rispo­sta a que­sta sfida, come dimo­stra soprat­tutto l’esempio greco.Atten­dere la for­ma­zione di una mag­gio­ranza di sini­stra in tutti i 19 Stati mem­bri è un po’ come aspet­tare Godot, un autoin­ganno poli­tico, soprat­tutto per­ché i par­titi social­de­mo­cra­tici e socia­li­sti d’Europa hanno preso a modello la poli­tica neoliberista."
Ecco la parte più interessante: la scissione schizoide. La sinistra che prende a modello la politica neoliberista non siamo mica noi, è la psycosinistra del "Mamma, mamma, cos'hai fatto?!", il lato oscuro, i socialdemocratici, come sento ripetere da quaranta fottutissimi anni. 

Occhio che adesso parte il delirio lisergico:
"Un partito di sinistra deve porre come condizione alla sua partecipazione al governo la fine delle politiche di austerità.Tut­ta­via ciò è pos­si­bile solo se in Europa prende forma una costi­tu­zione mone­ta­ria che con­servi la coe­sione euro­pea, ma che ria­pra ai sin­goli paesi la pos­si­bi­lità di ricor­rere a poli­ti­che capaci di aumen­tare la cre­scita e i posti di lavoro; anche se la più grande eco­no­mia opera in con­di­zioni di dum­ping salariale.
Pre­sup­po­sto impre­scin­di­bile a que­sto scopo è il ritorno a un sistema mone­ta­rio euro­peo (Sme) miglio­rato, che con­senta nuo­va­mente di ricor­rere alla riva­lu­ta­zione e alla sva­lu­ta­zione. Tale sistema resti­tui­rebbe ai sin­goli paesi un ampio con­trollo sulle rispet­tive ban­che cen­trali e offri­rebbe loro i mar­gini di mano­vra neces­sari per con­se­guire una cre­scita costante e l’aumento dell’occupazione attra­verso mag­giori inve­sti­menti pub­blici, così come per con­tra­stare, tra­mite la sva­lu­ta­zione, l’ingiusto dum­ping sala­riale ope­rato dalla Ger­ma­nia o da un altro Stato membro.Que­sto sistema ha fun­zio­nato per molti anni e ha impe­dito l’emergere di gravi squi­li­bri eco­no­mici, come ne esi­stono attual­mente nell’Unione europea."
Il bottepienismo, malattia senile dell'europeismo. Oskar, mi senti? Esci dal trip e seguimi. Non esiste politica europea né mercantilismo, né unione monetaria senza austerità. Non esistono SME migliorabili perché è il concetto di vincolismo che impedisce la libertà d'azione, come suggerisce già il termine. 
Mi sembri tanto quello, Allen Dulles, che voleva servirsi dei nazisti moderati.


Come è esistito un unico tipo di nazismo, quello di Auschwitz, così esiste un solo tipo di vincolismo: quello fondato sul concetto di asimmetria, di rapporto di potere tra un forte e molti deboli. There Is No Alternative, come dicono i padroni.
"Rivol­gen­domi ai sin­da­cati ita­liani, tengo a sot­to­li­neare che lo Sme non è mai stato per­fetto, domi­nato come era dalla Bun­de­sbank. Ma nel sistema Euro la per­dita del potere d’acquisto delle lavo­ra­trici e dei lavo­ra­tori attra­verso salari più bassi (sva­lu­ta­zione interna) è maggiore."
Oskar, che è tedesco e non vorrà mai rinunciare al privilegio ottenuto dal suo paese a spese degli altri, coraggio, fatti psicanalizzare, riconosce che anche lo SME era uno strumento di dominio mercantilista ma in versione soft. Quindi propone solo l'anestesia, non l'eliminazione della tortura. Proprio perché, da bravo tedesco, non vuole rinunciare all'über alles.
"A me, osser­va­tore tede­sco, risulta molto dif­fi­cile capire per­ché l’Italia uffi­ciale assi­sta più o meno pas­si­va­mente alla per­dita del 30% delle quote di mer­cato delle sue industrie."
Signora mia, pensi quanto difficile risulta a me da italiana. Sa però che l'Italia ufficiale è quella di Renzi e del PD, l'ultima mutazione del maggiore partito della sinistra? Non commetterà anche lei l'errore di confondere la passività con il collaborazionismo?
"Sil­vio Ber­lu­sconi e Beppe Grillo hanno messo sì in discus­sione il sistema Euro, ma ciò non ha impe­dito all’Eurogruppo di imporre il modello delle poli­ti­che neo­li­be­ri­ste alla poli­tica italiana.Oggi la sinistra italiana è necessaria come non mai."
Ancora delirio. Ci ha detto finora che la sinistra ha sposato il neoliberismo. Ha ammesso che l'eurogruppo ha imposto il modello neoliberista, che però le sinistre al potere, di tutte le sfumature del rosso, hanno volonterosamente applicato alla lettera. Insomma: la sinistra ha sposato il neoliberismo. Ebbene? Compagni, ci vuole più sinistra.
"La per­dita di quote di mer­cato, l’aumento della disoc­cu­pa­zione e del lavoro pre­ca­rio, con la con­se­guente com­pres­sione dei salari, pos­sono rien­trare nei miopi inte­ressi delle imprese ita­liane, ma la sini­stra ita­liana non può più stare a guar­dare que­sto pro­cesso di de-industrializzazione."
Ma non s'era detto che era stata la Germania a fare dumping salariale e soprattutto ad imporlo ai singoli paesi? E che la sinistra aveva sposato le politiche di austerità?  Che c'entrano le povere imprese italiane, che muoiono come mosche quando non vengono svendute a rapaci compratori stranieri? O non si può più dire straniero?
"Lo svi­luppo in Gre­cia e in Spa­gna, in Ger­ma­nia e in Fran­cia, dimo­stra come la fram­men­ta­zione della sini­stra possa essere supe­rata non solo con un pro­cesso di uni­fi­ca­zione tra i par­titi di sini­stra esi­stenti ma soprat­tutto con l’incontro di tante ener­gie inno­va­tive fuori dal cir­cuito poli­tico tradizionale.Solo una sini­stra suf­fi­cien­te­mente forte nei rispet­tivi Stati nazio­nali potrà cam­biare la poli­tica euro­pea. La sini­stra euro­pea ha biso­gno ora di una sini­stra forte in Italia."
E' incredibile. L'apoteosi. Chiunque, giunto a questo ultimo paragrafo, ha ormai intuito che questo sconquasso europeo è vagamente colpa di un progetto reazionario inspiegabilmente idolatrato e messo in pratica dalla sinistra, un vero X-File che però si risolve facilmente con la parola magica tradimento, ma Oskar, facendo finta di non saperlo, auspica una sinistra ancora più forte. 
Lo capisco. Il cammino è ancora lungo, c'è ancora tanto lavoro da fare, prima di aver sostituito tutti gli autoctoni con seguaci della sharia e svenduto tutto lo svendibile al potere globale delle corporation.
"Vi saluto calo­ro­sa­mente dalla Ger­ma­nia e vi auguro ogni suc­cesso per il pro­cesso di costru­zione di una nuova sini­stra italiana."
La favola della buonanotte. Una nuova sinistra, nientepopodimeno. 
Ancora. 
Ma buttarsi a destra come tutte le persone normali, no?

18 commenti:

  1. Le conversioni avvengono sempre pochi istanti prima della morte,ma in questo caso trattasi di delirio prima del grande passo.

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  2. Comme par hasard, la mia lectio a Misano è stata sul tema del tradimento. Mi avrebbe fatto piacere incontrarti. La vedrai presto online. Cosa devono fare l'ho spiegato in Eurodelitto ed eurocastigo. Non lo faranno. E sarà guerra. Ma noi avremo la coscienza a posto. Grazie.

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    1. L"ascolterò senz'altro con il solito interesse. Si, peccato per Misano ma prima o poi riuscirò a fuggire da quella specie di laboratorio cinese che è il mio lavoro.
      Grazie di tutto.

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  3. Anonimo13:42

    A me invece è piaciuto, il suo intervento. Non che abbia da farsi perdonare tanto quanto Schroeder: si racconta di una tempestosa riunione del consiglio dei ministri in cui arrivarono alle mani mentre si parlava di riforme Hartz.
    Pur con tutti i limiti (nella Linke, se ricordo bene, sull'uscita dall'EZ finì pressochè in parità con una piccola prevalenza del no), ad avercene di politici come lui!
    Saverio

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  4. Anonimo14:59

    Gli americani sono fenomenali nei giri di parola, prima c'erano i nazisti moderati, ora abbiamo i terroristi moderati...
    Bruno

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  5. Anonimo09:14

    http://timesofindia.indiatimes.com/world/europe/Merkels-party-has-secret-Berlin-Wall-style-plan-to-protect-Germanys-borders/articleshow/49464134.cms

    lascia stare le cazzate sullolocazzo che ne sai zero.
    cancella

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  6. Anonimo14:07

    Intanto il nostro cinema italiano non ha meglio da fare che sfornare l'ennesimo film su uno dei più gravi problemi del nostro tempo: quello dei "bamboccioni" cresciuti nella bambagia che non hanno più voglia di lavorare e rimboccarsi le maniche. Perchè lo sanno tutti, da Michele Serra a Polito, da Padoa Schioppa alla Fornero, che il problema più grave degli italiani è l'opulenza e la ricchezza infinita che genera nei giovani, TUTTI I GIOVANI, una terribile apatia. Tra viaggi alle Maldive e cenette in ristorani super costosi, tra una cifra di 14.000 euro spesa dall'estetista una volta alla settimana e una nuova automobile da 100.000 euro al mese, la nostra società si sta sempre più avvitando in un opulento consumismo che farà precipitare la laboriosità dei nostri autoctoni traboccanti di benessere e vizi senza la necessità di lavorare. per questo avremo bisogno di energie fresche subsahariane che arriveranno a sostiuire gli autoctoni che non hanno più voglia di lavorare a raccogliere le arance nei campi per qualche euro al giorno.
    Ecco la recensione dell'ultimo capolavoro del Cinema Italiano:
    http://www.cineblog.it/post/657360/belli-di-papa-recensione-in-anteprima

    "Diego Abatantuono mattatore in questo spaccato su una fetta di gioventù cresciuta nella bambagia. Opera senz'altro leggera, Belli di papà non è però superficiale, riuscendo a coniugare qualche spunto di riflessione con i toni della commedia malgrado tutto spensierata.

    Vincenzo Liuzzi (Diego Abatantuono) è un imprenditore milanese di successo. Vedovo, con tre figli, si preoccupa della situazione di quest’ultimi, totalmente avulsi anche solo dal concetto di lavoro. Remake del messicano Nosotros Los Nobles, Belli di papà si sofferma su uno dei fenomeni meno discussi (sul serio intendo) ma al tempo stesso tutt’altro che marginali inerenti all’attualità, ossia una non meglio precisata “incapacità lavorativa” di una parte considerevole di nostri giovani.
    Definizione che ci sta, per quanto semplicistica, tesa a descrivere un problema che per certi versi precede la tanto decantata disoccupazione. E stavolta la Colorado Film indovina il registro adatto, attestandosi su altri livelli rispetto ai due film di Paolo Ruffini. Vuoi per il trascinante Abatantuono, vuoi perché Guido Chiesa non è esattamente l’ultimo arrivato, sta di fatto che Belli di papà regge, malgrado certa voluta leggerezza che però non è mera superficialità."

    FT

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  7. Anonimo14:08

    Continua da http://www.cineblog.it/post/657360/belli-di-papa-recensione-in-anteprima
    "Vincenzo ha a che fare con tre figli a cui non è mai mancato nulla, la qual cosa li ha resi allo sbando: Matteo (Andrea Pisani) fa finta di lavorare in azienda, uscendosene ogni due per tre con idee bislacche, che nemmeno lui sa peraltro come realizzare, atteggiandosi ad imprenditore di ‘sto c***o quando invece spende più soldi in aperitivi che altro. Chiara (Matilde Gioli) è in procinto di sposare il «coglione», epiteto a cui Vincenzo tiene molto, tanto da non volere che si faccia in alcun caso il suo vero nome; che è Loris (Francesco Facchinetti), un ciarlatano la cui unica dote è quella di intrallazzare e che intende fare di Chiara sua moglie per via più che altro della ricca dote. Il più piccolo, Andrea (Francesco Di Raimondo), è iscritto da due anni in Psicologia, dove non ha dato alcuna materia ma in compenso si è schiacciato una serie di componenti femminili del corpo docenti.

    Troppo agio, troppa noncuranza, perciò Vincenzo decide inscenare una finta fuga dal Fisco e ripiegare, prole al seguito, in quel di Taranto, terra che gli ha dato i natali. Senza soldi, in un’abitazione fatiscente, i tre devono industriarsi a rimanere a galla. Strano a dirsi, la formula funziona, specie perché certe licenze sopra le righe non vengono nemmeno contemplate e, malgrado il terreno accidentato, non succede praticamente mai che il tutto scivoli in frasi ad effetto o sceneggiate di quart’ordine. Si sorride di questi ragazzi che, messi alla prova, si (ri)scoprono carichi di risorse, ciascuno a proprio modo. Senza nemmeno scadere in certo giovanilismo, tanto in voga ultimamente, per cui d’improvviso questi ragazzi ne escono come figure angelicate vittime dello stesso sistema che gli ha allevati e pure bene....."

    QUI C'E' TUTTO IL RIASSUNTO DI QUELLO CHE QUESTO BLOG, QUELLO DI ORIZZONTE48 E QUELLO DI BAGNAI COMBATTONO DA ANNI: La manipolazione delle percezioni, l'utorazzismo nei confronto degli italiani ricchi bamboccioni e svogliati che non lavorano NON PERCHE' MANCA IL LAVORO O ORMAI IL LAVORO E' DIVENTATO SCHIAVISTA, ma perchè semplicemente vivono nel lusso per merito dei loro genitori; e la durezza del vivere alla Padoa Schioppa come stimolo alla laboriosità dell'italiano medio inerte e viziato. Stupendo capolavoro del cinema di propaganda contemporaneo. Tema attualissimo quello di una grossa fetta di goiventù "cresciuta nella bambagia"!!! Ci sarebbe da chiedersi se questo non sia invece un autoritratto stesso della nostra classe dirigente proiettato invece sull'intera popolazione italiana. Il padre di questi ragazzi potrebbe essere benissimo un Padoa Schioppa o una Fornero, non certo il piccolo imprenditore medio affogato nella burocrazia, nell'eurolager e nei debiti.
    FT

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    1. Grazie, molto interessante. Comunque, se parliamo di film di propaganda, preferisco sempre la Riefenstahl.

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    2. Grazie, molto interessante. Comunque, se parliamo di film di propaganda, preferisco sempre la Riefenstahl.

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  8. Condivido quasi tutto l'articolo... tranne per il fatto che chiamare sinistra questa roba qua... è un insulto all'intelligenza politica (sia da parte di Lafontaine che da parte tua).
    È come parlare di verginità in un bordello (scusate il francesismo, ma rende l'idea), o di diritti umani ad Alcatraz. La sinistra italiana, svendendosi già molti anni fa al capitale amerikano, si è spostata decisamente a destra (a livello economico). Ovviamente, ha utilizzato la strategia della pentola e della rana, e ha lasciato a Berlusconi fare la parte del cattivo che intanto smuoveva la terra e preparava il terreno (idem Di Pietro).

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    1. E' sinistra. E' Unione Eurosovietica. Guarda la Cina che ne è il prototipo: peggior comunismo assieme a peggior capitalismo. Perché cazzo non riuscite a vedere???

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    2. E' sinistra. E' Unione Eurosovietica. Guarda la Cina che ne è il prototipo: peggior comunismo assieme a peggior capitalismo. Perché cazzo non riuscite a vedere???

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    3. Se non ti basta Luciano Barra Caracciolo o Bagnai(?), cerco di essere sintetico:
      1) Riforme quasi totalmente orientate all'offerta, riduzione dei salar in nome della concorrenza
      2) Zero solidarietà interna
      3) Politica delle pensioni
      4) Inoltre il mantenimento di squilibri interni, serve a rendere il welfare insostenibile e privatizzare tutto.

      Definire questa Europa anche lontanamente di sinistra, o meglio ancora keynesiana (altro che Marx e la rivoluzione proletaria), è totalmente errato. Del comunismo, mantiene solo un certo dirigismo totalitario, corrotto ovviamente in tanti modi... visibili e poco visibili. Cosa che puoi trovare anche nei regimi fascisti.
      Fanno la voce grossa con i lavoratori e le PMI, mentre vanno a letto con le grandi banche, finanza, ecc.

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    4. Che poi dirigismo non è il termine corretto, visto che le grandi aziende sono tutte private, ma in questo momento non mi viene in mente granché...

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  9. La lettera è ipocrita e a tratti impudente e mi pare di scorgervi un certo compiacimento crucco (la Germania produce e gli altri no; vi saluto dalla Germania - come se non sapessimo che sei tedesco). Veramente 'appalling' il distacco con cui parla delle malefatte tedesche come se fossero inevitabili e la totale mancanza di empatia nei confronti delle nazioni vittime. Una lettera non indegna, per viscidume, delle memorie e delle dichiarazioni di certi capintesta nazi a guerra finita. Non aveva proprio bisogno di scrivere che saluta dalla Germania. Quel messaggio è inconfondibilmente scritto da un tedesco, impossibile sbagliare.
    Gianluca
    Mandaniresaka (Madagascar)

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    1. Condivido. Mancava solo "ho solo eseguito gli ordini".

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    2. Condivido. Mancava solo "ho solo eseguito gli ordini".

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